Dr. Roberto Minotti  
Roma 

Viale Carlo Felice 101 (metro San Giovanni)

Via Ludovica Albertoni 55

Via Duchessa di Galliera 6

Cell. 3394122440  

minotti.roberto@hotmail.it  

minotti.roberto@psypec.it                     

Psicologo - Psicoterapeuta

ad orientamento Gestaltico

Terapeuta EMDR
Ipnoterapeuta Ericksoniano


Docente in psicopatologia e psicoterapia della Gestalt

Esperto in comunicazione e gestione delle risorse umane

Iscrizione all'albo degli psicologi del Lazio n.15003

Partita Iva: 09892601007


Le mie aree d'intervento


Educare alla passione



I disturbi dissociativi

I Disturbi Dissociativi sono caratterizzati da una mancata integrazione tra coscienza, pensieri, identità, memoria, rappresentazione corporea e comportamento. Persone di tutte le età, razze, etnie e classi socio-economiche possono sperimentare un Disturbo Dissociativo. Si stima che il 2% delle persone sperimenti Disturbi Dissociativi con una prevalenza del sesso femminile.

I Disturbi Dissociativi elencati dall’ American Psychiatric Association nel DSM-5 sono:

  • Disturbo Dissociativo dell’Identità (DID): incertezza o confusione rispetto alla propria personalità, difficoltà a rappresentarsi e inoltre a definire la propria identità sessuale;
  • Amnesia Dissociativa: incapacità a ricordare uno specifico e significativo periodo di tempo trascorso, causando una serie di lacune nella narrazione degli elementi o episodi delle propria giornata o storia personale;
  • Fuga Dissociativa: è rappresentata da un allontanamento improvviso e inaspettato da casa o dall’abituale luogo di lavoro, con incapacità di ricordare in toto o in parte il proprio passato. Ciò è accompagnato da confusione circa l’identità personale o anche dall’assunzione di una nuova identità;
  • Disturbo di Depersonalizzazione (è una sensazione di distacco da se stessi o un guardare a se stessi come farebbe un’altra persona. La persona può comunque non percepire o percepire solo alcune parti del proprio corpo o alcune emozioni, sentendosi come fosse “anestetizzata”) e Derealizzazione (è una sensazione di distanza rispetto all’ambiente o di vero e proprio distacco e di mancato riconoscimento rispetto a persone, luoghi o situazioni a noi note o familiari);
  • Disturbo Dissociativo Senza Specificazione: è stata inserita per i disturbi in cui la manifestazione predominante è un sintomo dissociativo (per es. un’ alterazione delle funzioni della coscienza, memoria, identità o percezione dell’ambiente), il quale non soddisfa i criteri per nessuno dei Disturbi Dissociativi specifici. Gli esempi comprendono: i quadri clinici simili al Disturbo Dissociativo dell’Identità che non soddisfano pienamente i criteri per questo disturbo, perdita di coscienza, stupor, o coma non attribuibile a una condizione medica generale ecc…
  • Disturbo Dissociativo con altra Specificazione: es. disturbo dissociativo dovuto a una persuasione coercitiva, reazione dissociative acute reattive a eventi stressanti o stati di trance dissociativa;

Un pensiero potrà mai cambiare il mondo? Nessuna idea potrà mai cambiare il mondo senza una passione che la incendi. Educare al trasalimento, dunque, e al rischio, perché l’uomo è un rischio, al brivido nascente, al respiro leggero, all’ascolto del silenzio, alla narrazione dell’attimo, allo sconvolgimento dell’abbraccio, all’insondabilità dello sguardo e all’intimità del bacio, alla libertà della solitudine, al tormento del cuore, all’indifferenza per la moltitudine, al sogno che muore, all’incanto del nuovo, alla bellezza, alla grazia, al profumo dell’anima. Per far questo, dovremo educarci alla passione, alla rivoluzione, al suono, alla danza, al colore e all’immaginazione. (R. M., Educare alla passione, 2016).



La crisi delle relazioni

La crisi dei confini è soprattutto uno spaesamento  dell’identità, una confusione di genere, il disordine delle potenzialità della persona umana. Il cittadino globale sembra incapace di contenere le proprie angosce poiché il linguaggio postmoderno è oramai impoverito di nuances create dalla traità originaria – madre-figlio; oggi appare sempre più sofferente il campo relazionale perché quel rapporto si è rivelato sofferente.  L’etica della convivenza umana e il perseguimento del bene ultimo collettivo dovrebbero essere la mission dell'uomo contemporaneo . L’unica soluzione possibile da opporre alle crisi capitalistiche, ci sembra sia quella di ripartire dall’uomo e di popolare il mondo con persone più attente al prossimo e di indurre la gente a prestare più attenzione agli altri. Alla nuova legislazione economica bisognerà affiancare una rieducazione morale, con la convinzione che l’identità nasce dall’atto di riconoscimento del suo essere per l’Altro (E. Lévinas). Da molti anni la Psicoterapia della Gestalt  è all’avanguardia in questa ricerca e in questa prassi, congiungendo la cultura materiale e quella immateriale, attraverso il rapporto autentico, la condivisione del sentire, la sacralità del dialogo, cercando di colmare quel ritardo culturale per cui l’indifferenza sociale e i timori endemici hanno ancora la meglio sull’individuo.

«Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell'anima: così profondo è il suo lógos».

«Ciò che è opposto si concilia, infatti, l'armonia nasce dalla differenza, e tutto si genera dal contrasto». (Eraclito di Efeso) 

La materia che compone la realtà che osserviamo è in gran parte fatta di vuoto. Eppure, anche tra queste distanze immense, questi tratti inimmaginabili, la materia si parla e si cerca. La natura è un insieme indivisibile in cui tutto è connesso: la totalità dell’universo sembra presente in ogni luogo e in ogni tempo. In atri termini, mentre sollevo la mia mano per scrivere, l’universo mette in moto infiniti equilibri. 

Siamo consapevoli che la relazione, come altri misteri che appartengono alla natura umana, come la libertà del volere e la follia dell’amore, non ci forniscono risposte, ma generano continuamente domande, non ci offrono sicurezza, ma spesso incertezza e timore. Eppure, sono la curiosità e la fiducia a renderci umani e non  la staticità e la sicurezza. 


Le dipendenze affettive  

Perdere il senso di sé, del proprio centro, del senso della propria autorità con conseguente tentativo di controllare gli altri (in particolare il partner).

 Assumere la responsabilità emotiva di soddisfare i bisogni degli altri (in particolare il partner), escludendo di riconoscere i nostri. Tendere a trattare il partner non come una persona separata ma come un’estensione di noi stessi con un conseguente bisogno eccessivo di rassicurazioni e attenzioni.

Riconoscere un senso di bassa autostima, un profondo bisogno di validazione, di affetto ed una profonda paura della solitudine.

Avere grossa difficoltà a fidarsi degli altri e a credere di essere meritevoli di amore.

Sentirsi sicuri solamente quando si è in una relazione, ma aver contemporaneamente paura costante che possa interrompersi.

Tendenza a mettere il partner su un piedistallo, avere pensieri ossessivi su cosa fa o dov’è, difficoltà a dirgli di no.

Gelosia eccessiva

Preoccupazione legata al fatto che il partner possa perdere interesse in noi.

Sensazione di scegliere sempre il partner sbagliato.

Il termine Dipendenza Affettiva quindi si riferisce a quando una persona permette agli altri significativi (ma non solo) di influenzare i suoi sentimenti ed emozioni o dipendere da loro per sentirsi serena. In poche parole lascia il completo controllo agli altri sulle sue emozioni.

Con Attacco di Panico si intende un periodo delimitato di intensa paura o disagio, in assenza di un reale pericolo, caratterizzato dai seguenti sintomi somatici o cognitivi:

“palpitazioni, sudorazioni, tremori fini o ad ampie scosse, sensazioni di dispnea o di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o oppressione al petto, nausea o disturbi addominali, vertigini o sensazione di testa leggera, derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo o di "impazzire", paura di morire, parestesie, brividi o vampate di calore. L’inizio dell’attacco è improvviso, raggiunge l’apice in circa 10 minuti, ed è generalmente accompagnato da un senso di pericolo, di catastrofe imminente, e dall’urgenza di allontanarsi. Raramente l’attacco dura più di 30 minuti. L’ansia dell’attacco di panico si caratterizza per essere parossistica e generalmente molto grave.  

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Master, Congressi, Conferenze e Seminari

Master in Ipnosi Ericksoniana

Articoli e pubblicazioni

Come il camaleonte per potersi vedere realmente si sospende nel vuoto, la persona borderline per non sentirsi svanire ha un forte bisogno dell’altro. Per questo motivo, l’altro rappresenta contemporaneamente sia una protezione che una minaccia e tale percezione determina sensazioni che si scindono la realtà in aspetti radicalmente opposti e difficilmente conciliabili. Il pendolo emotivo-esistenziale borderline è continuamente alimentato da polarità che non ammettono vie di mezzo. 

L'universo Borderline

Il Terapeuta della Gestalt

Una delle consapevolezze a cui il terapeuta perviene  è quella relativa alla difficoltà che ha l’individuo durante la terapia di comprendere ciò che sente, vuole e desidera. 

Le problematiche connesse al senso di abbandono e all’affettività sono in forte aumento, così come gli attacchi di panico e la depressione, che colpisce sempre di più gli adolescenti; questo può farci intuire che le persone del terzo millennio, nonostante lo sviluppo di tecnologie e applicazioni virtuali orientate al sociale, siano ancora più sole e infelice, poiché incapace di regolare attraverso la corporeità una dinamica relazionale accettabile. 

La vita è un passaggio, ma soprattutto è impegno concreto e immediato con il mondo, cominciando da adesso.


Il narcisismo

La maschera sofferente del Narciso

La fenomenologia della Gestalt

Le radici del noi si fondano nel rapporto duale madre-figlio, una dimensione particolarissima in cui la confluenza corporea, emotiva e cognitiva, contemporaneamente fonde e separa due vite. L’individuo materialmente si percepisce come inseparabile ed unico, ma la sua struttura profonda e la sua essenza sono le risultanti dell’esperienza diadica.

La Personalità evitante

Le persone che soffrono del Disturbo Evitante di Personalità solitamente hanno molte difficoltà nella relazione con gli altri e se riescono ad entrare in contatto è perché sono sicuri di piacere e di non subire critiche. Questo stile si è caratterizzato da esperienze negative circa la possibilità di ricevere aiuto nei momenti di difficoltà da parte del caregiver e, spesso, ricevendo dei rifiuti. Il bambino ha costruito le sue esperienze confidando soltanto sulle proprie risorse, in una posizione ogotistica, senza l’affettività ed il sostegno dell’altro. In questo modo l’ambiente viene lentamente oggettivizzato e le relazioni e il rapporto interumano, gradualmente, scivolano sullo sfondo.

Pensiero e spirito, amore e bellezza

Come gli ormoni regolano le funzioni fisiologiche della persona e il suo umore,  e la consapevolezza ci rivela come i nostri  stati emotivi determinino nostri comportamenti, così la spiritualità fornisce alla persona quel senso di stabilità e completezza in grado di armonizzare tutte le parti del sé per il raggiungimento di un benessere profondo.



Nel rumore incessante di una solitudine globalizzata, in cui gira la ruota dell’uomo contemporaneo, l’unica voce degna d’essere ascoltata è quella dell’anima che cerca se stessa in un’altra anima. Come il pensiero spinge l’essere verso la sua futura destinazione, così il desiderio di legame con l’altro, lo riconduce alle origini, alla sua prima dimora. Quando, in quello spazio, il confine tra queste due volontà diviene contatto, l’anima inizia a sognare.

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