Roma
Viale Carlo Felice (metro San Giovanni)
Via Meropia, 99
Cell. 3394122440
minotti.roberto@hotmail.it
minotti.roberto@psypec.it
Psicologo - Psicoterapeuta
ad orientamento Gestaltico
Terapeuta EMDR
Docente in psicopatologia e psicoterapia della Gestalt
Esperto in comunicazione e gestione delle risorse umane
Iscrizione all'albo degli psicologi del
Lazio n.15003
Partita Iva: 09892601007
L'entropia della Mente
Psicoterapia della Gestalt e fisica quantistica
R. Minotti
R. Minotti - Neuroscienze.net
R. Minotti - Neuroscienze.net
La Gestalt e l'approccio EMDR
Convegno FISIG
Catania 27-30 aprile 2017
LE DINAMICHE
RELAZIONALI
ISCHIA OTTOBRE 2016
CONVEGNO
FIAP
LA GESTALT DIALOGICA
di P. Szczepanczyk e R. Minotti
Lunedì 23 gennaio su repubblica
Oltre la Volontà di Uccidere (25.01.17)
Anatomia di un Serial Killer
di R. Minotti e P. Szczepanczyk
L'esperienza depressiva melanconica nell'arte del vivere
di
R. Minotti e P.
Szczepanczyk
La
fenomenologia dell’esperienza depressiva melanconica ci rivela che
quello che sta emergendo in tutta la sua drammaticità, è
determinato da radici sconosciute e da fattori ignoti. Non si sa
perché accade e il suo succedersi può avvenire rapidamente o,
scivolando lentamente, trasformare il normale sentire in
un’esperienza in cui non c’è più energia, il desiderio diminuisce
progressivamente e la perdita del senso contagia ogni angolo
dell’esistenza...
Dentro ai “meccanismi di difesa”
di R. Minotti e P.
Szczepanczyk
“Ci si sbaglierà raramente, attribuendo le azioni estreme alla vanità,
quelle mediocri all’abitudine e quelle meschine alla paura.” Friedrich Nietzsche.
Con il termine meccanismo di difesa ci riferiamo a un’operazione mentale che avviene per lo più in modo inconsapevole, la cui funzione è di proteggere l’individuo.
Proteggerlo da cosa? Secondo la teoria psicoanalitica classica, tali dinamiche si manifesterebbero sia in modo inconscio che consapevole nel caso in cui l’io dell’individuo di fronte a una situazione che genera un’angoscia insostenibile ricorre a varie strategie per fronteggiare tale vissuto emotivo, con lo scopo di escludere dalla coscienza ciò che è ritenuto inaccettabile e pericoloso tra cui pensieri, impulsi o desideri (Cramer,1998). Questi meccanismi diventano patologici solo quando funzionano come reazioni automatiche indifferenziate e disadattive, limitano lo sviluppo dell’Io e non hanno una reale utilità. Continua...
I malesseri istantanei del cittadino contemporaneo
Nell'ultimo decennio, la comunicazione istantanea ha uniformarmato, sempre di più, i “trasmittenti” ai "riceventi”; tale omogenizzazione sembra aver creato un unico organismo, attivato e stimolato indistintamente. Gli strumenti di comunicazione hanno imposto alla sensibilità umana un senso costante di angoscia e le moderne comunicazioni, internet e i social networks, oltre ad annullare in pochissimi anni lo spazio e il tempo tra le persone, rappresentano, ormai, il sintomo e la malattia dello stile relazionale moderno. La caverna delle ombre è più reale che mai: piccoli rifugi costituiti da contesti virtuali, colloqui simulati e icone truccate, in cui l’unico investimento affettivo richiesto è quello di un completo disinvestimento relazionale.
Osservando gli attuali legami, sembra che la ricerca dell’altro si sia trasformata in bisogno dell’altro. Le relazioni, soprattutto quelle di coppia, stressate alla radice dalle necessità economiche, pur di restare insieme, sono costrette a curare più i beni posizionali, che quelli relazionali, divenendo una specie di gruppi di mutuo soccorso, delle piccole Srl (società a responsabilità limitata in cui la maggiore responsabilità è quella di dividere le spese). In questo modo, si perde il senso del legame, e si va verso l’altro senza portare veramente noi stessi. Nella relazione, paradossalmente, non manca “l’altro”, ma noi.
In questo andare, in questa frenetica corsa, lo scopo della relazione non sembra più la condivisione di interessi, ma quello di non sentire l’angoscia della solitudine; per non provare il dolore per la perdita dell’altro, di non raggiungerlo o di non essere accettati, non si è più disposti a correre il rischio, alienando dal nostro campo esistenziale la relazione, ritrovandosi in una vita di solitudine.
Milano 2016 - 2017 - durante il ciclo di supervisioni con Margherita Spagnuolo Lobb
Nuovi sviluppi della teoria del sé e risvolti clinici – Riflessioni cliniche per psicoterapeuti
Le mie aree d'intervento
Disturbi
alimentari
Disturbi Depressivi
Malattie
psicosomatiche
Disturbi
sessuali
Dipendenze
Separazione e Divorzio
Relazione Genitori
Figli
Supporto
all'Adolescenza
La Psicoterapia della Gestalt
La
psicoterapia della Gestalt si svolge in un clima egualitario; il
paziente e il terapeuta sono seduti frontalmente, senza scivanie o
tavoli tra loro.
Il paziente è libero di regolare la distanza e l’angolazione rispetto al terapeuta.
Normalmente, ci si incontra una volta alla settimana. La relazione terapeutica è considerata dalla Psicoterapia della Gestalt come un’esperienza che co-crea lo spazio tra paziente e terapeuta. Rappresenta, un modo in cui il paziente dà implicitamente al terapeuta e a se stesso l’occasione di rifare una storia relazionale.
L’attenzione del terapeuta è rivolta al qui-e-ora della relazione e al qui-per-il passo successivo.
I miei approfondimenti e articoli
Libri consigliati
www.minottiroberto.com© 2013 - Dr. Roberto Minotti minotti.roberto@hotmail.it - minotti.roberto@psypec.it